Conoscenza e prevenzione del tumore alla mammella

Conoscenza e prevenzione del tumore alla mammella

Informazioni riguardo al seno, alla sua struttura, alle indagini diagnostiche di routine e all’autopalpazione. Il punto di vista del tecnico di radiologia medica

 

Come è fatta la mammella?

 

La mammella è una ghiandola formata da tessuto adiposo, tessuto ghiandolare e tessuto di sostegno. È sottoposta a continue modificazioni correlate alla produzione ormonale ciclica, alla gravidanza, all’allattamento ed alla menopausa. All’apice della mammella, si trova il capezzolo, circondato dall’areola. Al suo interno è formata anatomicamente da 15-18 lobi. Ciascun lobo presenta a sua volta più lobuli ed un dotto principale che si apre nel capezzolo. Il dotto principale si ramifica e nella sua parte finale forma l’unità terminale dutto-lobulare (UTDL). Quest’ultima è formata dal dotto terminale extralobulare e dal lobulo. Il lobulo è formato da acini e dal dotto terminale intralobulare. La mammella viene idealmente suddivisa da due linee perpendicolari in 4 quadranti. Per semplificare e avere delle coordinate precise su dove collocare eventuali noduli o calcificazioni. Quindi avremo: Quadrante supero-esterno (QSE) e quadrante supero-interno (QSI) Quadrante infero-esterno (QIE) e quadrante infero-interno (QII).

 

Come si studia la mammella?

 

Di norma, intorno ai 40 anni, si dovrebbe iniziare il percorso di prevenzione del tumore al seno. Con cadenza annuale, andrebbero eseguite: visita senologica, ecografia mammaria e mammografia. A partire invece dai 50 anni, la regione mette a disposizione un programma di screening senologico. La paziente infatti, in concomitanza del suo 50esimo compleanno, riceverà un invito per sottoporsi gratuitamente all’esame mammografico ogni 2 anni, sino al compimento del 69esimo anno di età. Lo specialista che esegue tali esami è il Senologo, che si avvale del TSRM per l’esecuzione della mammografia. La visita senologica comprende: una raccolta di dati anamnestici riguardanti la paziente (familiarità per tumore al seno o alle ovaie, patologie tiroidee, utilizzo di pillola anticoncezionale, gravidanze e durata del periodo di allattamento) e la palpazione della ghiandola mammaria e dei linfonodi ascellari. Mammografia: è una indagine strumentale con la quale si ottengono delle immagini radiografiche che permettono al senologo la valutazione della composizione della mammella, il riscontro della presenza di eventuali formazioni (benigne o maligne), la ricerca di microcalficazioni. Essendo un esame che utilizza radiazioni ionizzanti, la paziente in gravidanza certa o presunta, non può eseguire l’esame.

 

Come si effettua?

 

La paziente viene fatta spogliare dalla vita in su, dopodiché il tecnico procederà con il posizionamento di una mammella alla volta sul piano sensibile del mammografo. È molto importante la collaborazione della paziente durante l’esecuzione dell’esame. Quest’ultima dovrà rimanere più rilassata possibile, agevolando così l’ottimale posizionamento da parte del TSRM. Una volta posizionato il seno, si procede con la compressione. Questa serve in primo luogo a tenerlo fermo durante l’acquisizione, a ridurne lo spessore, per una migliore e più accurata valutazione delle strutture interne della mammella stessa, e al contempo, a ridurre anche la dose alla paziente. Infatti, maggiore sarà lo spessore della mammella, maggiore sarà la dose erogata e viceversa. Si otterranno così le 4 immagini mammografiche, due cranio-caudali e due mediolaterali oblique. Queste immagini sono bidimensionali. I moderni mammografi consentono anche di effettuare uno studio tridimensionale del seno, utilizzando la tecnica della Tomosintesi. Il posizionamento della paziente resta lo stesso, ma durante l’acquisizione, il tubo radiogeno esegue una oscillazione lungo un arco di 15° sulla mammella in esame. Si ottengono così tante sezioni (slice) della ghiandola. Questa tecnica permette di ridurre artefatti dovuti alla sovrapposizione delle strutture presenti nella mammella e quindi agevolare notevolmente l’interpretazione delle immagini da parte del senologo. È particolarmente indicato per lo studio di mammelle dense, ricche di tessuto ghiandolare. Ecografia mammaria: Viene eseguita dal Senologo utilizzando l’ecografo. Tale apparecchio presenta delle sonde che emettono ultrasuoni. Facendo scorrere la sonda sul distretto da esaminare, le onde emesse, rimbalzano sulle varie strutture, che generano a loro volta una eco diversa in base al tipo di tessuto, creando così l’immagine sul monitor. 

Una volta terminate le varie indagini, il medico procede con la refertazione dell’esame e la spiegazione alla paziente.

 

IMPORTANTE! Ogni anno, ad ogni controllo, la paziente dovrà portare con sé l’esame precedente; in particolar modo le immagini mammografiche affinché il senologo possa confrontarle con l’esame appena eseguito, permettendo il riscontro di variazioni strutturali della ghiandola. La persona che comunque può notare precocemente eventuali variazioni del seno è la paziente stessa. Quindi la parola-chiave è Conoscersi. Osservare forma, cute e capezzolo ed effettuare l’autopalpazione, sono le “armi” a disposizione della paziente.

 

Quando e come si esegue l’autopalpazione?

 

Si esegue in decima giornata dall’inizio del ciclo mestruale. La ghiandola mammaria è così “a riposo” dagli stimoli ormonali e questo rende più semplice apprezzare eventuali cambiamenti. Distese sul letto con un cuscino dietro alla schiena. Il braccio del lato da esaminare, dietro alla testa. La palapazione si effettua con la mano controlaterale, tenedo le dita unite ma non rigide. Si procede palpando il seno, schiacciandolo contro la parete toracica. Se si dovesse riscontrare una qualsiasi variazione, è necessario contattare il proprio medico per poi effettuare i dovuti accertamenti.

 


Dott.ssa Alessandra CARDACCIA

 

TSRM Centro Medico La Quintana

 


 

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