La visita medico-sportiva non è solo un atto burocratico

La visita medico-sportiva non è solo un atto burocratico

Uno screening cardiologico ricorrente è consigliato anche tra gli adulti che praticano sport di resistenza

 

Uno stile di vita corretto e salutare non può assolutamente prescindere da una pratica costante di attività fisica, indipendentemente dall’intensità a cui essa viene svolta. Questo concetto è valido per individui di ogni età: l’attività sportiva è in grado di apportare benefici in ogni fase della nostra vita.

Gli sportivi che praticano attività a livello agonistico in Italia devono sottoporsi annualmente ad una visita che, seguendo un modello consolidato da oltre 35 anni e ormai riconosciuto a livello scientifico internazionale, si basa su controlli cardiologici volti ad identificare cardiopatie a rischio di morte improvvisa da sport. Questa pratica però non deve essere vista soltanto come un “atto burocratico” a cui lo sportivo è obbligato a sottoporsi per ottenere il certificato da presentare alla società. Una visita medico sportiva attenta, eseguita seguendo i protocolli, in sedi autorizzate e utilizzando la giusta strumentazione, permette di identificare nei giovani sportivi cardiopatie congenite e/o genetiche asintomatiche e negli sportivi adulti, che praticano sport di resistenza ad elevato impegno cardiovascolare (es podisti, ciclisti, nuotatori), patologie metaboliche e cardiovascolari tipiche dell’età (ipertensione, cardiopatia ischemica).  A documentare l’oggettiva efficacia del modello italiano di screening medico-sportivo è il fatto che nel nostro paese, rispetto ad altri paesi occidentali, si registrano circa un terzo di quelli che vengono definiti “eventi fatali” durante allenamenti o gare. Il gioco vale la candela.

Va inoltre evidenziata l’importanza della visita medico-sportiva come strumento di valutazione della capacità funzionale di un atleta, cioè la determinazione del suo stato di allenamento e quindi la sua capacità di adattarsi a determinati carichi di lavoro al fine di migliorare la prestazione fisica. Questa deve rappresentare l’obiettivo principale della pratica sportiva, sia essa di tipo agonistico, ludico-ricreativo o intesa come strumento utile al raggiungimento di uno stato di benessere psico-fisico (sport-terapia).Il miglioramento della performance ad ogni livello, si basa su un presupposto fondamentale, già indicato da Ippocrate 2500 anni fa: la “giusta dose” di esercizio fisico (e di nutrimento).

Il corretto svolgimento della visita medico-sportiva deve necessariamente partire da una accurata anamnesi personale, sportiva e familiare, una fase di raccolta delle informazioni che riveste molta importanza in medicina dello sport ma che talvolta viene vissuta in maniera “ostile” dall’atleta, che tende talvolta a minimizzare sintomi accusati durante la pratica sportiva (cardiopalmo, dispnea, giramenti di testa). Uso o abuso di droghe e farmaci è un altro elemento su cui focalizzare l’attenzione.

Successivamente si passa alla valutazione dei parametri morfologici che danno importanti indicazioni sullo stato nutrizionale dello sportivo, soprattutto nei bambini, nei quali non è raro riscontrare valori di Body Mass Index (BMI) elevati.Si prosegue quindi con la valutazione clinica e strumentale della funzionalità polmonare mediante l’esecuzione della spirometria, un esame semplice e facilmente riproducibile che permette di evidenziare malattie ostruttive o restrittive delle vie aeree.

Il momento centrale della visita resta certamente la valutazione cardiologica dell’atleta che inizia con l’esame obiettivo e la misurazione della pressione arteriosa e si completa con l’esecuzione dell’ECG a riposo, sotto sforzo e nel recupero.Il monitoraggio elettrocardiografico nel corso dello sforzo è di fondamentale importanza nell’individuazione di possibili patologie cardiache indotte dall’esercizio fisico.

Nei bambini e nei giovani è da preferire lo STEP-TEST (90 ripetizioni in 3 minuti) per la sua alta capacità aritmogena, dovuta alla brusca sollecitazione del sistema nervoso autonomo cardiaco. Negli sportivi adulti, di età superiore ai 35-40 anni, o nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolari, il test da sforzo deve essere incrementale e quando possibile massimale  pervalutare soprattutto la comparsa di ischemia miocardica inducibile da lavoro muscolare.

Va a riguardo evidenziato come la strumentazione di ultima generazione presente presso il centro medico Chirofisiogen Center, agevola l’esecuzione e potenzia l’accuratezza e la sensibilità di questi esami. La tecnologia wireless per la registrazione e la trasmissione del segnale ECG grafico, il sistema digitale di raccolta ed analisi dei dati e i vari ergometri a nostra disposizione (cicloergometro classico, cicloergometro reclinabile per soggetti con disabilità fisiche e il tapis roulant o treadmill, molto apprezzato da podisti e triatleti)ci consentono di eseguire test da sforzo adatti alle caratteristiche fisiche e all’attività sportiva degli atleti che valutiamo.

Nel caso in cui, nel corso della visita medico-sportiva emergano situazioni cliniche o strumentali che necessitino di approfondimenti diagnostici, detti di 2° livello (es. Ecocardiogramma, Holter cardiaco dinamico o Holter pressorio) questi potranno essere eseguiti, in breve tempo, dai cardiologi presenti nelle nostre strutture.

 

 

Dr. Alessandro Fioretti

Medico Chirurgo specialista in Medicina dello Sport presso il Centro Diagnostico Chirofisiogen Center, Fisiatra presso il Centro Medico Polispecialistico Delta Implants, Ex Medico sociale AS Roma.